A Call for WOMEN: dal progetto al questionario on line sulla prevenzione cardiovascolare femminile

2022-09-23 23:40:16 By : Ms. Maggie King

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Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte per l’universo femminile: circa 127.000 donne muoiono ogni anno in Italia per malattie cardiovascolari. 

Dati recenti suggeriscono che a farne le spese sono soprattutto le più giovani, spesso scarsamente consapevoli del loro profilo di rischio, che comprende: 

Ciò significa che una maggiore consapevolezza, a partire dalle generazioni più giovani, e una ricerca più specifica per le donne sono necessarie per migliorare le strategie di prevenzione e cura.

“A call for WOMEN – CALL me Project” è il progetto supportato dalla Fondazione di Gruppo San Donato volto alla salute del cuore femminile. Partirà da un'indagine on line, rivolta per questa prima fase, alla popolazione femminile in Lombardia per sensibilizzare le donne alla salute cardiovascolare. Lo studio sarà coordinato da un gruppo multidisciplinare di professioniste, già attive nel settore clinico, gestionale e della ricerca.

Il risultato atteso è quello di: 

Il questionario sarà disponibile per la compilazione a partire dal 29 settembre.

In Italia, le malattie cardiovascolari sono responsabili del 35.8% di tutti i decessi e, contrariamente a quanto diffuso nell’opinione pubblica, uccidono più le donne degli uomini: 32.5% uomini e 38.8% donne.

Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne).

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia: 14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno.

“La prevenzione cardiovascolare rappresenta una delle più importanti strategie per la tutela della salute pubblica, considerato l’elevato tasso di morbidità e mortalità legato alle malattie cardiovascolari. La prevenzione è fondamentale in ogni fase della vita: dovrebbe iniziare sui banchi di scuola e prevedere programmi diversificati nelle diverse fasi della vita, poiché il rischio cardiovascolare non è solo sesso-specifico, ma anche età-dipendente. 

Il primo passo in questa direzione deve partire dell’informazione, volta a stabilire un rapporto di fiducia tra professionista e paziente, finalizzato ad acquisire una maggior conoscenza del proprio profilo di rischio.

“La nostra pratica clinica quotidiana ci mostra sempre più come le donne abbiano delle manifestazioni di malattie vascolari più aggressive e invalidanti rispetto agli uomini, e spesso in età più precoce. 

I classici fattori di rischio tipicamente associati allo sviluppo delle patologie vascolari (ipertensione arteriosa, fumo, diabete, ipercolesterolemia) sono noti da anni, ma è ormai evidente che essi, da soli, non sempre sono in grado di motivare la comparsa di tali malattie, soprattutto nelle donne.

La ricerca medica nell’ambito vascolare è pertanto attenta alla scoperta di nuovi fattori di rischio, nonché alla comprensione del ruolo che quelli classici stanno assumendo all’interno di una società frenetica e competitiva, in cui la donna ha progressivamente e radicalmente modificato le proprie abitudini di vita sociale, economica e culturale. 

Educhiamo le donne alla ‘cultura’ della salute!”

“La donna di età 40-65 anni sperimenta grandi cambiamenti ormonali che, in associazione a una predisposizione genetica, la pongono a rischio di sviluppare sindrome metabolica, diabete mellito e osteoporosi con fragilità ossea, tutti fattori che concorrono ad aumentare il suo rischio cardiovascolare e più in generale il rischio di morbidità e mortalità. A tutt’oggi la consapevolezza di tali interazioni è ancora poco diffusa sia tra le pazienti che tra i diversi operatori sanitari.

La ricerca medica deve mirare a valutare l’impatto generale dei trattamenti attualmente disponibili per il controllo e il miglioramento delle singole alterazioni endocrino metaboliche sulla salute generale e in particolare cardiovascolare. Presso l’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, stiamo valutando l’effetto del trattamento medico dell’osteoporosi fratturativa sulla composizione corporea e sul profilo glicometabolico. 

L’obiettivo è quello di: 

​​​​​​“La menopausa rappresenta uno spartiacque nella vita della donna che segna importanti cambiamenti biologici associati a specifici sintomi, morbosità e mortalità. In età fertile, le donne possono contare sulla protezione ormonale ad opera degli estrogeni.  In seguito, con il consolidarsi della menopausa, le donne vengono colpite addirittura più degli uomini da eventi cardiovascolari che risultano anche più gravi. Da qui l’importanza di avere piena consapevolezza dei fattori di rischio, tra cui sicuramente il sovrappeso e l’obesità, in modo da poter prevenire patologie importanti e garantire una maggiore e migliore aspettativa di vita.

Modificare gli stili di vita non corretti è uno dei principali obiettivi della prevenzione cardiovascolare. La modifica è possibile attraverso una sana alimentazione, una regolare attività fisica e attraverso l’abolizione dell’abitudine al fumo. Le indicazioni correnti suggeriscono che una sana alimentazione è una alimentazione varia e bilanciata, costituita per non più del 30% delle calorie totali da grassi, per il 50% da carboidrati e per il 20% da proteine. I grassi saturi (quelli di origine animale) non dovrebbero rappresentare più del 7-8% delle calorie totali. Per regolare attività fisica si intende camminare a passo svelto per almeno 30 minuti al giorno, salire le scale, ballare, giocare con i bambini, spostarsi con i mezzi pubblici al posto della macchina, cioè qualsiasi attività che richieda movimento fisico.

Le donne sono scarsamente informate sul ruolo dei fattori di rischio e sulla possibilità di ‘proteggersi’ attraverso l’adozione di stili di vita sani, proprio perché colpite in età più avanzata quando erroneamente si ritiene poco efficace qualsiasi attività di prevenzione primaria. Il nostro impegno è quello di cambiare questo paradigma mediante programmi mirati di sensibilizzazione ed educazione alla salute delle donne”.

“L’importanza della salute e del benessere è oggi un tema di assoluto interesse nella nostra società, ancor di più apprezzato in seguito alla pandemia da Covid-19 che ha colpito il mondo negli scorsi 2 anni. 

L’attenzione alle problematiche di salute tipiche dell’universo femminile si è da sempre focalizzata su approcci settoriali che non ci hanno finora permesso di affrontare la donna come ‘paziente’ nella sua interezza. Crediamo che focalizzarci sulle patologie cardiovascolari e approfondirne gli aspetti peculiari che si rivolgono al femminile, sia il giusto punto di partenza per valutare le complessità della salute della donna a tutto tondo. 

Le donne a cui ci rivolgiamo sono cittadine attive lavoratrici e non, giovani ed anziane, madri, più o meno sedentarie etc., e lo facciamo in qualità di professioniste medico, ricercatrici e manager che da anni lavorano nel settore della salute e credono fermamente nell’importanza della prevenzione e della ricerca scientifica come guida per la consapevolezza del proprio benessere praticando uno stile di vita sano.” 

“Da sempre il peso nella donna è considerato un canone di bellezza che cambia da epoca ad epoca, passando dalla donna formosa degli anni ‘50 con la caratteristica forma a ‘clessidra’ all’attuale ricerca dell’estrema magrezza. La società esercita sulle donne di ogni fascia di età una pressione psicologica costante tramite l’imposizione di modelli di bellezza sempre diversi, ma che non tengono in considerazione la salute.

È fondamentale far sì che l’attenzione non sia più focalizzata sul numero riportato dalle bilance, ma sulla composizione corporea, con particolare attenzione alla distribuzione del tessuto adiposo a livello addominale e viscerale, importante fattore di rischio quando si parla di salute cardiovascolare, in quanto determina l’instaurarsi di uno stato di infiammazione cronica di basso grado. 

Inoltre, un aumento del tessuto adiposo epicardico, il grasso che circonda il cuore, induce un’azione infiammatoria diretta sulle pareti del muscolo cardiaco e sulle arterie coronarie favorendo la formazione di placche nelle coronarie, una disfunzione del microcircolo e un aumento del rischio di aritmie. 

L’educazione alimentare volta al mangiar sano, al contrastare la sedentarietà e al miglioramento della propria composizione corporea, è uno strumento chiave di cui la nostra ricerca si deve avvalere per prevenire l’insorgere di patologie cardiovascolari.”

“I segnali biomedici, derivati, ad esempio, dall’elettrocardiogramma e dalla pressione arteriosa misurata in continuo, per determinare lo stato del controllo autonomico e cardiovascolare, sono fondamentali per il mantenimento dell’omeostasi e possono essere inficiati da patologie. Il controllo cardiovascolare è influenzato da differenti fattori, non da ultimi il genere e l’età e, in particolare nella donna, sono state osservate modifiche legate allo stato ormonale, alla gravidanza e alla menopausa. Inoltre, la vita frenetica della donna di oggi, divisa tra carriera e carico familiare, comporta un aumento di stress, con un impatto anche sulla funzionalità automatica.

È pertanto fondamentale tenere conto di tutti questi elementi al fine di fornire un quadro completo sullo stato cardiovascolare della paziente, per individuare eventuali fattori che possano aiutare a identificare precocemente il rischio di sviluppo di eventi avversi e fornire un’eventuale terapia paziente-specifica che tenga conto anche di età e genere. L’obiettivo del nostro lavoro di bioingegneri è sviluppare nuovi metodi di analisi e interpretazione dei dati e metterli a disposizione dei professionisti sanitari per aiutare a comprendere i meccanismi di regolazione cardiovascolare e migliorare la qualità della vita delle nostre pazienti.”

​​​​​​“Quella dell’infermiera è sempre stata una professione considerata ‘al femminile’, non solo per i numeri, ma per la natura stessa dell’atto dell’accudire o prendersi cura dell’altro che storicamente sono sempre appartenuti alla donna, quale pilastro di famiglie e comunità. 

Donne e uomini sono indiscutibilmente diversi, ed ogni infermiera se ne rende maggiormente conto quando inizia con passione ad erogare assistenza ai pazienti ed ai caregiver: differiscono nella prevalenza delle patologie, nella risposta alle terapie, nella percezione delle difficoltà e nel modo di affrontarle. 

Credo nelle Donne, nel valore aggiunto che possiamo portare in ogni sfaccettatura della loro vita. Credo nella possibilità di curarle al meglio e nella necessità di un sistema sanitario che orienti la propria attenzione alle peculiarità ed unicità dell’essere donna. Sono convinta che il primo passo di questo lungo percorso debba partire dal migliorare la consapevolezza sulle tematiche di salute delle donne per le donne.”

“Sesso e genere sono concetti spesso fraintesi e usati in modo intercambiabile. Tuttavia, le differenze specifiche per sesso e genere possono avere un impatto drammatico sulla storia naturale di una malattia, dalla sua eziopatogenesi alla risposta al trattamento.

Ancora oggi, le donne sono poco rappresentate nelle prime fasi dei trial clinici, essenziali per verificare dosaggio, effetti collaterali e sicurezza dei farmaci, e i motivi sono ascrivibili a fattori sociali, etici ed economici. Aumentare la presenza femminile nelle sperimentazioni è un inderogabile obiettivo per arrivare a una medicina che non sia focalizzata solo sulla malattia, ma anche sul paziente, con l’obiettivo di ottenere terapie personalizzate.

In questo scenario, le biobanche hanno assunto un ruolo fondamentale nello sviluppo della Medicina di Genere, che richiede grandi quantità di materiale biologico di alta qualità, sotto forma di campioni crioconservati, adeguatamente selezionati e caratterizzati, nonché notevoli volumi di informazioni cliniche organizzate in appositi database accessibili in conformità alle norme vigenti sulla privacy.”           

​​​​​​“Quando un’Ecocardiografia Color-Doppler viene eseguita a scopo preventivo in una giovane paziente, difficilmente vengono riscontrati problemi di tipo strutturale o a carico delle valvole cardiache, pertanto l’esame viene considerato nella norma. Tuttavia, recentemente l’attenzione della ricerca clinica si sta spostando su parametri che possono individuare alterazioni precoci del muscolo cardiaco quali espressione di complicanze cardio-metaboliche verosimilmente associate ad un aumento del rischio cardiovascolare.

Tali alterazioni sono causate da uno stato di bassa infiammazione cronica, dovuta sicuramente ad abitudini di vita scorrette (come una scorretta alimentazione o la scarsa attività fisica), ma anche ad un nuovo stile di vita che vede la donna impegnata non solo sul versante familiare ma anche come professionista, spesso ricoperta da notevoli responsabilità che accrescono i livelli di ansia e stress.

Pertanto i nostri obiettivi sono sia quelli di focalizzarci su nuovi parametri di valutazione della funzione cardiaca, capaci di riconoscere precocemente una possibile disfunzione sisto-diastolica, attraverso l’uso di software sempre più sofisticati, sia quello di promuovere l’uso di tali metodiche nella pratica clinica quotidiana.”

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