La sicurezza prima di tutto: da 450 giorni nessun infortunio in fabbrica - Cronaca - ilgiorno.it

2021-11-04 08:56:54 By : Ms. Holly Hao

Colico, 28 settembre 2012 - Lavorare in sicurezza salvaguardando la salute dei dipendenti e garantendo una produzione elevata è possibile. L'esempio arriva dalla Cameron di Colico, specializzata nella produzione di valvole subacquea, dove da ben 450 giorni nessuno dei 300 lavoratori subisce infortuni. A il bel traguardo diversi monitor, ricordare per ricordare il rispetto delle norme di salvaguardia ci sono cartelli ovunque, meeting, tazze del caffè ea anche una maglietta per i dipendenti.

“Per la Cameron – spiega Paolo Ranieri plant manager a Colico della multinazionale che occupa circa 22mila lavoratori – la sicurezza è uno dei pilastri fondamentali dell'attività produttiva. Per prima cosa questo significa tutelare i lavoratori da incidenti, per noi è importante che la sera tutti se ne tornino a casa sani e sereni. Ottemperare alle norme di legge è una base imprescindibile. Vogliamo andare oltre per cui abbiamo costantemente incontri legati alla sicurezza in cui si parla di episodi avvenuti anche all'esterno in modo da trarne insegnamento ed esperienza. Diamo sempre più informazioni ai lavoratori e soprattutto raccogliamo da loro i suggerimenti per migliorare ogni aspetto legato alla loro tutela”.

L'impronta della multinazionale è evidente, prima di entrare nei reparti il ​​visitatore viene istruito sulle norme di sicurezza, viene dotato dei dispositivi di protezione e solo allora può accedere alle aree produttive. Nei corridoi si parlare lingue di molti paesi ma un unico approccio al rispetto delle regole di sicurezza e rispetto della salute, basti pensare che per i fumatori esistono specifiche aree esterne con tanto di pensiline dedicate. L'esempio dall'alto è essenziale. È così che Ranieri e gli altri manager si impegnano a dedicare tempo specifico alla comunicazione.

Ogni settimana una visita di almeno 15 minuti tra torni, saldatrici, muletti e le gigantesche valvole idrauliche ad alta pressione che da Colico partono per gli angoli più remoti del globo dove si lavora con il petrolio. “L'idea di questa visita – spiega Ranieri – l'abbiamo sviluppato per andare al di là dei normali controlli e del confronto che avviene nei reparti. Non è un'ispezione fiscale, per quello ci sono altri momenti, si tratta soprattutto di comunicazione, di rendersi conto di quello che si fa in fabbrica, di vivere nell'ottica di tutti i lavoratori, vedere cosa non va anche quello che va bene , insomma spesso si pensa ai massimi sistemi e in questo modo invece si sta con i piedi per terra e si impara sempre qualcosa in più”.

Fatto sta che precauzioni, informazione, controlli e rispetto delle regole hanno prodotti eccezionali come 450 giorni senza nessun infortunio. “Il contatore – conclude il direttore di stabilimento – si è azzerato 450 giorni fa quando un operaio si è dato una martellata a un dito. Per fortuna nulla di grave, tre giorni di infortunio. Però abbiamo cercato di eliminare quasi tutti i martelli, abbiamo messo il numero indispensabile dichiodatrici e punti che abbiamo un fattore di rischio inferiore. L'ultima novità che voglio provare sono delle pinze apposta per tenere il chiodo quando proprio non si può fare a meno di usare un martello”.

Uno dei segreti per arrivare a cento di lavoratori che per cento di giorni non si fanno nemmeno un graffio è la compartecipazione alla sicurezza. La sicurezza non è imposta alla Cameron e non è percepita come una croce. I lavoratori ricevono un premio di produzione ammenda anno che è quantificato anche in relazione alla sicurezza. Curioso è il fatto che non è il numero di incidenti a incidere sul premio di produzione, piccoli infortuni potrebbero essere nascosti, la quantificazione arriva dal fatto che ogni dipendente deve dare un messaggio all'anno legato alla sicurezza. “Non incoraggiamo il silenzio – spiega Paolo Ranieri – al contrario il dipendente è parte integrante della sicurezza. Chi lavora tutto il giorno in saldatura capisce molto più di me che sto per lo più in ufficio che cosa può aumentare la sua protezione. Per questo cerchiamo il confronto che è diventato parte integrante del premio di produzione”.

Nella mentalità dell'operaio medio italiano questi step possono difficili da accettare ma Ranieri spiega: “Indubbiamente c'è un po di ritrosia iniziale, specialmente per chi ha lavorato in altri posti dove non si usa questo modello, ma poi subentra la comprensione dell' interesse generale e dei benefici che ne derivano per tutti dal lavorare in un posto sicuro. Ogni riunione noi la iniziamo con un “safety minute” per parlare di sicurezza. L'obiettivo sarebbe zero incidenti, ma chiaramente è quasi impossibile, però bisogna mirare a quello come risultato finale e ciò permette di accumulare centinaia di giorni senza che nessuno si faccia nulla. Questo va a beneficio dei lavoratori che non si fanno male e va a beneficio della produttività dell'azienda che investe molto sulla sicurezza con la consapevolezza che un luogo sicuro di lavoro è la cosa migliore per tutti”.