Benzene su Rende, i canali di Legnochimica nel Crati e milioni di euro ‘bruciati’ (FOTO) - QuiCosenza.it

2022-05-21 12:58:07 By : Ms. sophie wei

RENDE (CS) – Legnochimica è fallita, ma resta il suo ‘profumo’. Con la calura estiva gli scarti industriali in putrefazione su terreni e laghi hanno già iniziato a rilasciare gas maleodoranti. Due giorni fa, superati i 36° di temperatura, i Vigili del Fuoco sono intervenuti per spegnere un incendio divampato nella collinetta in passato usata per abbancare rifiuti. A distanza di quasi 48 ore, continuano dal terreno ad alzarsi i fumi. Cinque i focolai più evidenti. Quando Legnochimica era in attività, in quel perimetro, degli idranti gettavano acqua sul terreno per l’intera estate evitando che i residui del legname trattato chimicamente andassero in fiamme sprigionando gas nocivi. Lo ricordano bene i residenti terrorizzati dall’inizio della ‘stagione del benzene’.

“Con il primo incendio – affermano gli attivisti del comitato Crocevia – è ormai ufficiale: l’autocombustione è iniziata. I terreni continueranno a fumare fino ad ottobre. Se tutto va bene. Altrimenti saremo invasi dal fuoco. Speriamo di non dovere assistere, come qualche anno fa, ai canadair che tentano di spegnere i laghi in fiamme. L’acqua continuava ad ardere e dopo giorni il rogo è stato domato gettando della schiuma”. Ad oggi, non è bastato il taglio dell’erba a prevenire gli incendi. Tutte le precauzioni che l’amministrazione comunale aveva promesso ai cittadini (telecamere, ‘naso elettronico’, impianto antincendio) sono svanite in un nulla di fatto.

Non ci sono i soldi. Eppure dalle casse di Legnochimica sono transitati prima miliardi di lire, poi milioni di euro. Nel 2002 nonostante l’anno precedente avesse fatturato 44 milioni, la famiglia Battaglia (storici proprietari di Legnochimica), cede un ramo d’azienda all’attuale centrale a biomasse di Rende, EVA oggi Ecosesto, gruppo Falck, che si occupa anche di “spurgo, fognature e pozzi neri”. Da industria di prodotti chimici derivati dal legno Legnochimica viene trasformata in un’agenzia immobiliare. Vende e fitta. Capannoni, terreni, canali di ‘collegamento’ con il Crati e finanche una palude. Spesso è come se cedesse, a prezzi simbolici, l’azienda a se stessa spostando una mole enorme di capitali. Almeno 84 milioni di euro accertati, a fronte dei sei milioni e mezzo di euro stimati per la bonifica dell’area. Denaro di cui oggi non vi è traccia.

Neanche il curatore fallimentare Giovanni Imberti è riuscito a visionare la contabilità antecedente al 2006. In quell’anno Legnochimica Spa si trasforma in Legnochimica Srl. Il capitale sociale passa da 7 milioni di euro a 90mila euro. Trascorsi pochi mesi viene messa in liquidazione e dopo dieci anni fallisce. Gli unici beni che possiede ora sono i terreni contaminati, cui valore potrà essere valutato solo dopo l’avvenuta bonifica. I conti sono in rosso e nonostante Andrea Battaglia sia uscito formalmente da Legnochimica nel 2006 di fatto, come testimonia il carteggio via mail intercettato, è lui a decidere come gestire il denaro. Ad esserne informato, costantemente, è il responsabile dell’azienda che oggi produce peptina in contrada Lecco a fianco ai capannoni di Calabra Maceri: Ivo Parisella della Silvateam di Mondovì. L’uomo anni fa era stato coinvolto nell’operazione Silva della Guardia di Finanza di Catanzaro insieme ad Alessandro e Antonio Battaglia per una presunta truffa da trenta milioni di euro su finanziamenti comunitari. Tra gli indagati appariva anche il professore dell’Unical Giovanni Sindona, che nel 2016 avrebbe dovuto redigere una relazione, mai consegnata, sulla contaminazione dell’area. Il suo incarico fu poi revocato dalla Procura della Repubblica di Cosenza.

Nella ricostruzione delle cessioni aziendali ‘creative’ appaiono alcuni aspetti inquietanti. Come l’esistenza, più volte testimoniata dai lavoratori, dei canali che collegano gli ex stabilimenti della Legnochimica al fiume Crati. E’ lo stesso curatore fallimentare Giovanni Imberti che partito da Cuneo e visitata contrada Lecco, segnala che “negli argini e nel lago n. 6, vi è la presenza di tubazioni, non si sa se siano ancora funzionanti o meno, da dove provengano e dove finiscano”. In più rileva da un contratto con cui Legnochimica vendeva 18mila metri quadrati di stabilimenti industriali alla Ledoga che tra i vari diritti, appare “quello di prelevare l’acqua industriale dal punto di presa esistente sul fiume Crati usufruendo dell’attuale impianto ed al punto di allacciamento all’esistente condotta di scarico delle acque industriali nel fiume Crati con l’obbligo di realizzare tutte le opere e gli accorgimenti necessari per rendere ispezionabile lo scarico che proviene direttamente dalla società concessionaria (Legnochimica)”.

Una descrizione che riporta alla memoria la denuncia degli operai dell’ex Lgnochimica che allertavano sulla esistenza di una serie di canali sotterranei. Tubature che collegherebero le otto vasche dell’ex Legnochimica al fiume Crati attraverso una saracinesca che veniva sollevata ‘al bisogno’ pagando 50mila lire al signore che due volte l’anno veniva a fare il ‘lavoro sporco’. Dall’interno degli stabilimenti infatti una rete di condotte consentiva di riversare tutti gli scarti della lavorazione nei laghi, nei terreni e nel Crati. Formalmente i liquami andavano nelle vasche, ma quando la pioggia rendeva l’acqua del Crati più scura si apriva ‘la valvola’ e tutto scivolava nel fiume dove nei giorni a seguire si registravano anomale morie di pesci.

Movida notturna a Rende, stop alle bottiglie di vetro e orari ‘estivi’

Evade la sorveglianza speciale, un arresto

Oltre 300 giovanissimi ginnasti calabresi, ed una rappresentativa della Basilicata, si sono ritrovati a Rende, per la seconda tappa del campionato regionale Csain di ginnastica artistica

RENDE – Si è svolta a Rende la seconda tappa del campionato regionale Csain di ginnastica artistica che ha visto la partecipazione di oltre 300 giovani ginnasti provenienti da ogni parte della Calabria e della Basilicata. Un appuntamento che si è potuto svolgere grazie all’impegno profuso da tutto lo staff Csain della ginnastica artistica e del comitato della Basilicata che ha portato nella palestra rendese circa 40 ginnasti.

“Un evento che si è tenuto dopo due lunghi anni di attesa a causa della pandemia” ha fatto notare, il presidente regionale, Amedeo Di Tillo.  Questa seconda tappa del campionato regionale Csain di ginnastica artistica è stata valevole per le finali nazionali Centri Sportivi Aziendali e Industriali. Gli oltre 300 giovani atleti presenti, rappresentano senza dubbio una grande soddisfazione non solo per il movimento della ginnastica artistica calabrese ma anche per lo stesso Csain.

L’Università della Calabria inserita, per Fisica ed Astronomia, nel QS World University ranking una delle classifiche più prestigiose e consultate al mondo

RENDE – L’Università della Calabria entra per la prima volta nel ranking di QS, Quacquarelli Symonds, che fornisce un’analisi comparativa delle prestazioni di 1543 università in 88 Paesi del mondo. L’Unical  è tra le 4 new entry italiane per Fisica e astronomia. In particolare per quanto attiene al subject “Physics & Astronomy” figura tra le 28 università italiane oggi presenti in classifica nell’area”. “Sono orgoglioso – ha commentato il rettore Nicola Leone – di questo ulteriore riconoscimento internazionale attribuito alla nostra università che viene inclusa, per la prima volta, nel ‘QS World University ranking’, una delle classifiche più prestigiose e consultate al mondo. Peraltro, oltre a valutare l’impatto e la consistenza delle ricerche delle università, la classifica QS considera anche il giudizio espresso da esperti terzi altamente qualificati, per cui questo risultato attesta la crescente reputazione che l’Unical sta conquistando in quest’area a livello nazionale e internazionale. Dopo la conferma ai vertici della classifica Censis – ha aggiunto il rettore – e, soprattutto, l’eccellente risultato ottenuto dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) che ci ha collocato tra i migliori atenei del Paese, il fatto che l’Unical entri anche nella classifica QS è un’ulteriore conferma dell’alta qualità del nostro ateneo ed attesta il percorso virtuoso che abbiamo intrapreso, che porterà la nostra università verso traguardi sempre più prestigiosi, con beneficio degli studenti e del territorio”.

“Un riconoscimento internazionale di grande prestigio, che ci riempie di soddisfazione e per il quale mi congratulo con il Magnifico Rettore, Nicola Leone, e con l’intero corpo accademico”. E’ quanto afferma il Sindaco Franz Caruso, appresa la notizia dell’inclusione dell’Unical nel ranking di Quacquarelli Symonds.

“Dopo l’ultima classifica Censis sui grandi Atenei – prosegue il primo cittadino – che pone l’Unical al quarto posto ed a seguito dell’ottimo risultato ottenuto dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, il prestigio della nostra Università si consolida sempre più, rappresentando una grande eccellenza nella creazione e diffusione del sapere e dell’alta formazione di elevata specializzazione. Sono certo che si proseguirà in questo solco per raggiungere sempre nuovi e più ambiziosi traguardi, anche a beneficio dell’intero territorio provinciale e regionale. Il mio augurio, infatti – conclude il sindaco Franz Caruso – è che cresca e si ampli sempre più il rapporto tra l’Unical, l’intero territorio cosentino ed il suo tessuto socio-economico per attivare quel processo di interscambio che può e deve contribuire alla crescita complessiva del contesto in cui l’Ateneo opera. Un obiettivo che sono certo di condividere con il rettore Leone e per il quale insieme ci spenderemo nel rispetto dei rispettivi ruoli e competenze, per determinare una valorizzazione economica, sociale e culturale del territorio”.

E’ la storia di un palloncino bianco lasciato volare nel cielo e del piccolo Niccolò, costretto a dire a addio alla sua cara maestra Antonia

RENDE – Scrive il saggista statunitense Anthony Robbins “Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele”, che tradotto in parole meno sentimentali ed enigmatiche suona come un monito a compiere deliberatamente tutte le azioni di cui si è capaci, in quelle brevi finestre temporali, nel breve volgere di quegli istanti slegati dal granito dell’immutabile, che ci vengono offerti per scalzare il corso delle cose. Tutte annodate, le nostre scelte a quelle delle altre persone. Tutti connessi, gli uni gli altri. E la storia di Niccolò sembra cristallizzare queste considerazioni.

Costretto a dire a addio alla sua maestra Antonia, alla quale lo lega un innato affetto, insieme ai suoi compagni, durante funerali a Rende, affida l’ultimo saluto alla sua guida, “madre” e insegnante insieme, legandolo ad un palloncino bianco, che si alza in pieno centro, per poi sparire nel freddo bianco degli ultimi giorni del 2021. Almeno sembra. Perché quella particolare combinazione di lattice ed aria consegna l’appunto con i pensieri di un bambino di terza elementare nelle mani di chi quel biglietto non se l’aspettava davvero: un perfetto sconosciuto, lontano chilometri,  ma che non riesce comunque a non sorprendersi e che, quasi inconsapevolmente, risponde con un’azione concreta a quello che crede essere un segno della sorte. Il resto della storia lo trovate raccontato in poco meno di otto minuti nella pagina video del nostro Diario. Sembra una storia fatta apposta per chi al destino ci crede e anche per chi continua scrivere la propria vita ogni giorno, convinto che non ci sia null’altro che la propria volontà che si impone sui passi del cammino.

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