Rubrica Pillole Tecniche: il carburatore - Motoblog

2022-07-15 20:01:31 By : Ms. Rosa Chen

Complessi, fondamentali e intramontabili. Anche se l’era dell’iniezione elettronica ha da tempo preso il sopravvento, il caro vecchio carburatore non è mai andato in pensione, rimanendo anche oggi la scelta migliore per i modelli più blasonati, specialmente nel mondo off-road! Scopriamo insieme com’è fatto e come funziona!

Chi di noi, specialmente da ragazzino, non ha mai versato lacrime e sangue dopo ore e ore di lavoro su un carburatore? Ammettiamolo, questo compatto, strano e complesso componente della moto è riuscito a farci perdere la pazienza più e più volte. Miscela troppo grassa, miscela troppo magra, getto più grosso o più piccolo? Qualche buco in più nella cassa filtro? Forse è meglio andare in officina!

Per chi non avesse ancora approfondito le sue conoscenze nel ramo dell’alimentazione per motori termici, o semplicemente avesse abbandonato questo argomento dopo troppi colpi di messa in moto andati a vuoto, introduciamo oggi il funzionamento del carburatore e di alcuni suoi componenti fondamentali. Come sappiamo, il carburatore è quel componente che si occupa di miscelare l’aria con la benzina nelle corrette quantità per garantire il regolare funzionamento del gruppo termico durante la fase di scoppio.

Per creare una miscela omogenea, la benzina verrà nebulizzata all’interno del carburatore tramite dei piccoli componenti chiamati polverizzatori e spruzzi. La benzina, mischiata nella giusta quantità con l’aria (rapporto stechiometrico), creerà una miscela altamente infiammabile che – una volta immessa nella camera di scoppio del cilindro – sarà in grado di garantire il massimo del rendimento a tutti i regimi di rotazione.

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Ovviamente, la portata della miscela varia in base alla richiesta di gas da parte del pilota. L’acceleratore della moto è infatti collegato ad una valvola (generalmente a saracinesca o a farfalla) presente all’interno del carburatore che, alzandosi o abbassandosi, immetterà una determinata quantità di miscela all’interno del cilindro.

Per incrementare l’apporto d’aria all’interno del carburatore è stato sviluppato un condotto principale chiamato in gergo “tubo di Venturi”. Questo condotto, a forma di tronchi di cono, è situato tra il diffusore e la vaschetta del carburante (la parte inferiore del carburatore) e crea una forte depressione man mano che le sue pareti si restringono. Il carburante nebulizzato si mischia omogeneamente all’aria ad alta pressione creando una miscela perfetta.

Per il corretto funzionamento ad ogni regime di rotazione, il carburatore deve assicurare il corretto apporto di miscela aria/benzina affidandosi a tre principali circuiti sviluppati al suo interno. Primo fra tutti il circuito del minimo, seguito dal circuito di progressione e infine dal circuito del massimo.

Come dice la parola stessa, è il circuito che interessa principalmente la fase di regime minimo del motore e la prima fase di apertura del gas. Per garantire il corretto regime di rotazione, il circuito del minimo utilizzerà un getto che andrà a regolare l’apporto di miscela al suo interno. A seconda del tipo di carburatore, il getto del minimo lavorerà in simbiosi con la vite della miscela o la vite dell’aria.

Questo tipo di circuito intermedio (presente nel circuito del minimo e gestito dallo stesso getto) lavora grazie ad un foro che regolerà la corretta quantità di miscela evitando un’eventuale presenza eccessiva di aria che andrebbe a causare vuoti di gas e, a lungo andare, grippature nel cilindro.

L’ultimo dei tre circuiti principali del carburatore si affida a due componenti fondamentali: getto del massimo (gigleur) e spillo conico. Dopo la fase di apertura e la fase intermedi, il getto del minimo affiderà il corretto apporto di miscela al getto del massimo e allo spillo conico che lavoreranno in parallelo. Quando la richiesta di gas raggiungerà il limite massimo, il lavoro verrà svolto esclusivamente dal getto del massimo (dotato di un foro più largo).

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